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La città piange il prof Franco Frizziero

Domenica 28 Aprile, presso la RSA la Rosa dei Venti di Rosolina, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari il prof. Franco Frizziero di anni 87.
Frizziero è stato insegnante alle scuole superiori, appassionato di musica, e soprattutto uomo impegnato per la crescita culturale e per il rispetto ambientale del territorio di Chioggia. Molto apprezzato per il suo grande impegno civile e associativo.
La cerimonia funebre avrà luogo nella Chiesa di Sant’Andrea di Chioggia Martedì 30 Aprile alle ore 10,15.
Un bel ricordo del prof. Frizziero è stato fatto, sulla propria pagina Facebook, da Pier Giorgio Tiozzo Gobetto, studioso ed autore di libri dedicati a Chioggia: “Nonostante da tempo fosse confinato in una casa di riposo a Rosolina, la notizia mi addolora profondamente. Per decenni è stato una presenza discreta, mite, ma di grande determinazione, carica e impegno civico per la città: ha di fatto ispirato e sostenuto molte battaglie. Mi intristisce il timore che non venga ricordato o ridotto a vicende marginali.
È stato un protagonista dell’impegno culturale e ambientale di Chioggia per tutta la seconda metà del Novecento. Il suo nome è infatti legato (per quanto ricordo io) alle battaglie dell’associazionismo studentesco dagli anni sessanta (cineforum, dibattiti, incontri di musica jazz e folk…), per la pedonalizzazione del Corso del Popolo, per la creazione di un Centro culturale cittadino, per la costruzione di un coordinamento culturale negli anni settanta (Presidente della Associazione dei gruppi culturali), per la crescita della Biblioteca civica (Presidente del Comitato di gestione), fondatore del Gruppo Astronomia Nova, componente del “Comitato Renier”, attivo sostenitore della Gioventù Musicale Italiana, tra i fondatori del “Comitato per il forte San Felice”, referente e promotore locale del WWF, redattore di “Chioggia. Rivista di studi e ricerche” (dove ha pubblicato articoli sull’isola pedonale, su Giuseppe Veronese, sul CEA, sul rapporto uomo-ambiente nel ‘900, sulla creazione di un museo naturalistico), coordinatore del movimento contro l’estrazione del gas nell’alto Adriatico, primo sostenitore della creazione del Centro di educazione ambientale (CEA).
Si è impegnato in numerosissime iniziative cittadine con la massima attenzione e passione, con la meticolosità che lo contraddistingueva, senza alcun tipo di tornaconto personale.
Penso che la città non debba dimenticarlo, ma fissarne la memoria e per agevolare questo anche intitolargli qualche struttura attiva e propulsiva: suggerisco il Centro di educazione ambientale.
Ciao Franco, sei sempre nel mio cuore e penso in quello di molte persone che ti hanno conosciuto, in coloro che si impegneranno a continuare il tuo esempio civile e culturale”.