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Il Granchio Blu entra a far parte delle eccellenze venete
Il Granchio Blu da terrore dei mari a prodotto di punta del territorio… È l’ultima sfida lanciata in Veneto, dove il pericoloso crostaceo ‘alieno’ ha fatto la sua comparsa già da qualche anno, ma, è proprio in questi giorni che sta guadagnando un’eccezionale notorietà ‘grazie’ all’allarme lanciato dal mondo della pesca italiana, e, recepito con uno stanziamento urgente di 2,9 milioni di euro dal Governo attraverso il ministro del Masaf Francesco Lollobrigida, finalizzato a risarcire i pescatori per la cattura e lo smaltimento.
“Il granchio blu è una minaccia reale non solo al settore della pesca in Veneto, ma, a tutto il delicatissimo ecosistema della Laguna di Venezia patrimonio Unesco. Non è un mistero che sia molto vorace e si nutra di tutto ciò che i nostri bassi fondali gli offrono. E non si parla solo di vongole, ma anche piccoli pesci come orate etc. Sono diventati virali in rete e sui principali social i video del Callinectes sapidus – questo il nome scientifico – alle prese con vongole e telline, sgusciate in men che non si dica dalle sue temutissime chele” afferma Paolo Caratossidis presidente di Cultura & Cucina, l’associazione di promozione enogastronomica più attiva nelle terre di San Marco.
“Stiamo monitorando la diffusione del granchio blu da ben prima che iniziasse ad ‘invadere’ prepotentemente i trend topic dei media accanto alle classiche notizie di gossip ferragostano, e sappiamo bene che la diffusione di una specie aliena come questa è destinata a mutare profondamente gli equilibri di fauna e flora acquatica del nostro paese. Non è la prima volta e non sarò l’ultima: basti pensare al pesce siluro nei fiumi della val padana o al gambero killer della Louisiana che silenziosamente sta colonizzando canali, fossi, laghi e ogni specchio d’acqua dolce, tollerando anche le basse temperature.”
E continua: “Sono tutti concordi – a livello mondiale – sul fatto che l’unica maniera concreta per contrastarne la proliferazione sia la cattura ed il consumo umano, non avendo predatori naturali nel bacino del Mediterraneo. E la soluzione culinaria può rappresentare l’unica arma a nostra disposizione per limitare danni che nessuno osa oggi nemmeno tentare di quantificare.”.
Si stanno moltiplicando in queste ore gli appelli di associazioni, organizzazioni, chef e amministratori per incentivarne il consumo, anche se, complice anche la novità, la catena di diffusione, commercializzazione e dei prezzi sia ancora poco definita e sicuramente preda di facili speculazioni.
Un pastificio della provincia di Padova – Artusi – ha già lanciato i ravioli ripieni di polpa di granchio azzurro che sta raccogliendo un ottimo consenso tra i primi ristoranti che li hanno iniziati a mettere in carta.
Ma la strada è ancora lunga e sono ancora da svelare i risultati delle ricerche che vedono gli atenei veneti impegnati nello studio del suo impatto in laguna.
“In questa fase delicatissima è però giusto procedere spediti e non perdere tempo prezioso in inutili sofismi. Il granchio blu va consumato su larga scala e presentato a dovere come gli altri prodotti del mare e della pesca locale. Per questo motivo abbiamo deciso di farne un’Eccellenza Veneta e sarà premiato a fine anno – in collaborazione con la Regione del Veneto – a Venezia nella cerimonia di premiazione annuale delle ‘Eccellenze Venete Food & Wine 2023.” conclude Caratossidis.