- Katia Voltolina ospite alla rassegna “Casa Maritan”
- Guida dei migliori Beach Club italiani, due sono di Chioggia
- Scout a Chioggia, si festeggiano gli 80 anni con una mostra
- La spiaggia di Chioggia conquista la Bandiera Blu 2025
- A Chioggia si parla di overturism, quando il turismo porta degrado e sovraffollamento
- Dal 22 al 25 maggio le gare di acquabike. Ci saranno anche le esibizioni freestyle
- Chioggia, zone rosse confermate anche durante l’estate
- Baldin, M5S: “ACTV deve risolvere il sovraffollamento agli imbarcaderi”
- Piccolo Teatro Città di Chioggia, 80 anni di impegno della diffusione della cultura teatrale
- Maggio dei Libri, il 14/5 la passeggiata letteraria a Sottomarina
Galleria G1, Giovanni Scarpa presenta il progetto “Kappa”

Giovanni Scarpa presenta una mostra temporanea nella Galleria G1 di Calle San Giacomo, visitabile fino al 31 gennaio. Apertura dalle ore 16:30 alle 19:00.
La mostra si chiama “Kappa”, conchiglia in dialetto, e lui racconta lo stupore e la meraviglia di questi resti marini: attraverso i riflessi e i colori delle conchiglie, Giovanni giunge all’elemento base della sua infanzia, il mare. Quel mare che lui incontra abitualmente tra Pellestrina e Chioggia, i luoghi dove è nato e vive.
Ci racconta l’artista: “Le conchiglie sono strane. Voglio dire: il mollusco che le abitava se n’è andato da tempo, la vita le ha abbandonate. Reliquie, ossari. Pure il mare le ha consegnate alla riva. Spezzate. Abbandonate. Eppure in esse rimane come l’indelebile traccia di un destino. L’identità unica di una forma in carbonato di calcio: singolarità cromatica, esistenziale. Dipingerle per me è un gesto di pace assoluta.
C’è chi fuma: io dipingo conchiglie. E siccome so dipingere solo quello che vedo, sono tutte conchiglie nostrane: frutto di passeggiate estive, invernali (ancora meglio) a Pellestrina, a Sottomarina. Acquerelli piccoli (13×18 di solito) e unici, come lo sono loro: peocio, tellina, capalonga, garuso. Cappe appunto, come il titolo della mostra”.
Giovanni Scarpa si diverte ad osservarle e a carpirne l’anima. Realizzare queste opere è un momento rivelatorio e di pace, di comunione con quell’elemento e di scoperta.
Piccoli scrigni, piccole opere, ma tanta passione.
Conclude invitando le persone a visitare l’esposizione: ”Si può tornare un poco bambini in Galleria G1. Vi aspetto”.