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Baldin M5S: “Salviamo i bragozzi di Chioggia”. Servono 50.000 euro

Salvate l’ultimo bragozzo! Lo chiede alla Regione del Veneto la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, facendo proprio l’appello rivolto dagli artigiani Gilberto Penzo e Giorgio Boscolo. Il San Nicolò, vanto della flotta clodiense durante la prima metà del Novecento, giace da oltre un anno negli spazi del cantiere Cimolin, all’isola del Buon Castello che fronteggia la riva lagunare di Sottomarina: ma ora (si legge) il cantiere vorrebbe disfarsene, quindi urge trovare una soluzione.
«Fa male al cuore –commenta Baldin- sapere che un tale patrimonio, di valore morale inestimabile, versa in condizioni critiche. Era un orgoglio per la popolazione chioggiotta, ma quando era ormeggiato lungo il canal Vena, davanti campo Marconi, costituiva anche la prima immagine che un turista vedeva entrando in città: una vela al terzo colorata, la prua dipinta, la struttura peculiare. Non ci si deve rassegnare alla perdita di oggetti, documenti, testimonianze concrete e orali della memoria collettiva, e della grande arte che chi ci ha preceduto infondeva nel proprio lavoro».
L’esponente del M5S ricorda anche la barca da pizzo Contarini, parimenti collocata nei pressi del Museo civico della Laguna sud, perita nell’estate 2018 e mai più rientrata dallo “squèro”: «Ora non c’è più tempo. In tal senso presenterò un emendamento al prossimo bilancio regionale, al fine di chiedere che vengano finanziati il restauro e la ricollocazione dei due natanti storici, e di tutti quelli che versano in analoghe condizioni. La Regione raccolga l’appello degli artigiani più competenti, altrimenti è inutile parlare di salvaguardia delle tradizioni e di recupero dei mestieri legati all’acqua, se poi concretamente non si agisce in proposito, anche a fini turistico-culturali».
Lo scorso settembre, appunto, la maggioranza consiliare aveva bocciato un emendamento al Piano veneto per lo Sport 2022-2025, che avrebbe favorito la valorizzazione della voga alla veneta e appunto della vela al terzo: «Speriamo che stavolta -conclude Erika Baldin- alle intenzioni di principio, sbandierate per avere il voto di chi si interessa alla propria storia, seguano i fatti e quindi gli stanziamenti di bilancio. Se la Laguna di Venezia è patrimonio dell’UNESCO lo deve anche all’aspetto antropologico: questa barca si trova qui e solo qui». Per sistemare le due imbarcazioni lo scorso anno il Comune di Chioggia aveva stimato un importo di circa 50mila euro.