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Baldin (M5S) chiede l’istituzione di “Chioggia Film Commission”: “La regione dice no e tarpa le ali al successo delle produzioni in laguna sud”

Lo straordinario successo delle produzioni cinematografiche ambientate a Chioggia arriva anche al Consiglio regionale del Veneto. Nel corso della seduta di martedì scorso, impegnata ad approvare il Documento di Economia e Finanza Regionale, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva presentato un emendamento volto a favorire l’istituzione di una specifica Chioggia Film Commission in capo al Comune lagunare, previa autorizzazione di quella veneta: l’emendamento è stato comunque bocciato dalla maggioranza. «Un’occasione persa -esordisce Baldin- per strutturare in maniera professionale la ricerca e il contatto con le case di produzione intenzionate a girare a Chioggia e nella laguna sud. La maggioranza di destra invoca autonomia differenziata, ma all’interno dei confini veneti continua nella sua politica di centralismo regionale, che vede come il fumo negli occhi il protagonismo delle singole realtà locali».
Le Film Commission sono lo strumento attraverso il quale i territori non solo promuovono la propria offerta di diventare set, ma anche rimuovono gli ostacoli burocratici e mettono a disposizione delle imprese di settore la competenza di artigiani, manifatturieri e operatori autoctoni: «Le zone del centro storico, della vecchia Sottomarina, gli specchi d’acqua -osserva l’esponente del M5S- ben si prestano a rappresentare ambientazioni tipicamente veneziane, con il vantaggio per le troupe di potersi spostare su mezzi motorizzati a quattro ruote e alloggiare per lunghi periodi a prezzi inferiori rispetto al capoluogo. Condizioni difficilmente riproducibili altrove, che giustificano tra le altre la richiesta di finanziare la costituzione di una nuova Chioggia Film Commission».
Dopo il boom internazionale di “We are who we are”, per la regia di Luca Guadagnino e la produzione di HBO, è di questi giorni il successo della serie “Odio il Natale”, trasmessa per la prima volta da Netflix il 7 dicembre, e già al secondo posto tra le più scaricate. «Un simile sforzo -continua la consigliera regionale- non può essere sobbarcato dalle semplici spalle di un pur ottimo professionista con agganci nel settore. Serve invece un ufficio apposito, che sappia interagire con cognizione di causa e moltiplicare gli effetti del passaggio delle produzioni, in sintonia con i consorzi di promozione turistica e in relazione a territori adiacenti, come le altre isole e il Delta del Po».
Negli ultimi dieci anni, infatti, Chioggia e la laguna sud di Venezia sono diventati lo scenario di ripresa per non poche produzioni filmate a livello professionistico, sia cinematografico che commerciale, che hanno riverberato il nome e le immagini della città veneta in tutta Italia e in tutto il mondo: «Da questo aspetto -conclude Erika Baldin- si è sviluppato anche un turismo considerevole, fonte di economia per il territorio come accaduto in precedenza in altre zone d’Italia grazie ad analoghi fattori. Ma ora la Regione del Veneto, la Lega e il centrodestra hanno deciso di tarpare le ali alla gestione in autonomia del rapporto tra Chioggia e il cinema. Altroché Cinecittà della laguna come aveva auspicato il sindaco».