Baldin (M5S): «Chioggia non è al sicuro dall’impianto di un’eventuale centrale nucleare».

Scritto da il 26 ottobre 2022 alle 13:10
gpl

La Regione del Veneto non esclude che l’energia nucleare possa avere un ruolo in futuro, seppure nell’ambito di un piano energetico nazionale. La risposta che ieri mattina -nella seduta del Consiglio regionale- l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin ha dato, non lascia tranquilla Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, la quale aveva presentato un’interrogazione lo scorso 1° settembre, in seguito alle fughe di notizie in merito al possibile recupero di una politica nuclearista in Italia da parte del centrodestra al governo, che prevedeva in ipotesi anche una centrale ubicata a Chioggia.

«Le parole dell’assessore – commenta Baldin – non soddisfano la mia domanda, volta a conoscere la posizione dell’esecutivo regionale. Non è stato infatti chiaramente detto che la Regione non vuole sentir parlare di nuovi impianti del genere, né a Chioggia, né altrove. Questo nonostante il 95% dei chioggiotti abbia votato contro al nucleare nel referendum del 2011». La giunta di Palazzo Balbi esclude sì ogni coinvolgimento nell’individuazione di siti idonei all’impianto di centrali nucleari nel Veneto, ma rinvia ogni considerazione a valutazioni tecniche di fattibilità, con il coinvolgimento dei massimi esperti del settore, tenendo conto dei tempi non certo contenuti di realizzazione, delle migliori tecnologie disponibili, nonché dei possibili impatti sociali e ambientali connessi.

«Che l’aspetto ambientale e sociale vengano inseriti per ultimi nel contesto – continua l’esponente del M5S – la dice lunga dell’inclinazione possibilista di chi amministra la Regione e, ora, anche il Governo nazionale. Salute, sicurezza, lavoro vengono solo alla fine, e sarebbero sacrificabili all’altare dell’energia. Quindi, sebbene non immediata, l’ipotesi è tutt’altro che campata per aria, anche se la politica energetica regionale -il cui documento preliminare è stato adottato con DGR n.1175 del 27 settembre scorso- nell’esaminare le potenzialità delle fonti e dei vettori non contempla lo sviluppo di nuove centrali nucleari nel Veneto».

La consigliera regionale ricorda il caso del deposito di gpl installato a Chioggia, e poi fermato nel 2020 grazie al governo Conte II: «La struttura era passata anche con l’assenso della Regione – conclude Erika Baldin – e ci sono voluti anni di difficoltà per riuscire a bloccarla. Non vorrei che anche per questo tema, oggi “caldo”, si possa andare incontro alla medesima situazione, perché una volta autorizzata la centrale, sarebbe difficile tornare indietro. Presidieremo quindi la volontà politica della maggioranza nelle istituzioni, affinché impianti del genere non vengano lontanamente immaginati».

Autore: Admin

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