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Stagione balneare ottima, ma per crescere bisogna potenziare l’offerta ricettiva

Stagione ottima per il balneare, ma per il futuro l’obiettivo è potenziare l’offerta ricettiva per tornare ai 2 milioni di presenze.
A fine settembre per le sigle del turismo è tempo di bilanci e di buoni propositi per gli anni futuri. L’aumento del fatturato tocca le due cifre, ma quando dal dato si scorporano i maggiori costi dovuti al caro energia e al caro materie prime si arriva a un guadagno in linea con le annate precedenti. Sul fronte spiaggia il fatturato è aumentato del 10% rispetto al 2021 tornando ai valori del 2019, ma le presenze sono leggermente calate (-3% sul 2021). Il gap è stato però compensato da un ritocco dei prezzi di ombrelloni, lettini e sdraio sullo stesso ordine di cifra.
«I dati sono buoni e l’aumento in doppia cifra potrebbe far pensare a marginalità aumentate», spiega il presidente di Gebis, Gianni Boscolo Moretto, «in realtà non è così. Perché occorre allargare la riflessione ai maggiori costi che abbiamo sostenuto: maggiori costi del personale dovuti per fortuna a mancati giorni di brutto tempo con il conseguente aumento delle ore lavorative; maggiori costi di energia con bollette che sono progressivamente lievitate nei mesi estivi. Chi a luglio e agosto pagava bollette di energia da 5.000 euro si è ritrovato con bollette da 25.000 euro».
Sul fronte del turismo ricettivo all’aria aperta le presenze hanno toccato un aumento del 15%.
«Una stagione decisamente buona», spiega Leonardo Ranieri, presidente di Cisa camping, «un trend brillante vanificato poi nei fatti dal caro energia. I nostri prezzi sono stabiliti a Natale e quindi non è possibile ritoccarli poi in corsa. Il costo dell’energia è via via aumentato, da 0.15 euro a watt fino a 0.65. Il meteo però ci ha aiutato». Le riflessioni sono tutte concentrate ora su come trasformare il 1.200.000 di presenze in due milioni. «Le spiagge sono piene, ma quanti di quei turisti dormono qui e rimangono per giorni?», si chiedono Boscolo Moretto e Ranieri, «Negli anni vi è stata una diminuzione costante di appartamenti per affitto turistico, i classici posti in cui la famiglia trascorre una due settimane di vacanza. Mancano alberghi, mancano residence. Dobbiamo lavorare insieme all’amministrazione e assieme a tutte le sigle del turismo sulla programmazione urbanistica a uso turistico perché manca un’offerta adeguata all’incremento dei numeri. Si possono introdurre dei vincoli per impedire la residenza dove si vuole sviluppare l’uso turistico delle strutture. Il balneare ha raggiunto il punto di saturazione: ogni stabilimento bene o male ha la sua clientela fidelizzata e i numeri nelle ultime stagioni divergono veramente di pochissimo. La sfida vera è attrarre turisti stanziali e ritornare ai due milioni di presenze».