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Un tesoro di foto abbandonate lungo la Romea, l’iniziativa di due fotografi chioggiotti

Oltre cento immagini, elaborate chimicamente dopo la stampa, sono state abbandonate in questi giorno da Riccardo Ciriello e Terry Manfrin lungo i 127 chilometri della strada Statale 309 Romea.
“Nel 2008 ci siamo chiesti se la strada Romea possa essere solo un luogo di morte – dice Ciriello-. È giusto che una strada di epoca romana, con 2000 anni di storia, possa essere identificata esclusivamente come palcoscenico di tragedie?
Da allora abbiamo iniziato una sorta di indagine che, da appassionati di fotografia, – continua Ciriello – ha visto l’utilizzo del mezzo fotografico per cercare altri volti, altri destini, di questa strada”.
“In quasi 14 anni abbiamo realizzato migliaia di scatti che documentano la vita in Romea, la sua natura, la vita di chi la percorre – dice Manfrin -. Abbiamo voluto manomettere un centinaio di stampe e trasformare la Romea in un itinerario di opere per una esposizione temporanea a servizio di questa arteria. Se non la Romea non è solo morte, allora può diventare arte”.
L’attuale Strada Statale 309 Romea è lunga 126,770 km e collega Ravenna a Venezia. Fa parte della strada Europea 55 (3.305 km), che dalla cittadina svedese di Helsingborg arriva a quella
greca di Kalamata, attraversando oltre trenta tra fiumi e canali e lambendo oltre 40 di aree sottoposte a tutela ambientale, culturale o archeologica.
Secondo un rilevamento statistico svolto dall’ACI in collaborazione con l’ISTAT, nel 2006 la strada Statale 309 Romea è stata la strada più pericolosa d’Italia per numero di incidenti stradali per
chilometro (1,7) e per numero di decessi per incidente (10%). Basti pensare che, secondo dati ANAS, nel tratto di Campagna Lupia (Venezia) nel 2016 sono transitati una media giornaliera su
base annua di 13.518 veicoli leggeri e 3.094 mezzi pesanti al giorno: un veicolo ogni 5,2 secondi.
“Siamo nati a Chioggia nel 1983 – continua Manfrin – e siamo obbligati dalla percorrenza in Romea per qualsiasi spostamento, ci sentiamo abitanti di questa strada. Ma possibile che altre
strade di epoca romana abbiamo – conclude Cirello – una dignità ed un rispetto che la Romea non ha? Le immagini che abbiamo esposto potranno essere raccolte e conservate, se qualcuno lo
desidererà”.
“La Romea, come la vediamo ora, è stata costruita una sessantina di anni fa – continua Ciriello -. Prima di allora questa porzione di territorio, il Delta del Po in particolare, era completamente
sconnesso dal resto del mondo e solo la costruzione della strada ha permesso lo sviluppo economico, turistico e artigianale di intere località, strappandole dalla miseria più crudele.
Questa esposizione vuole essere il nostro triste canto di lode per una strada ora solo odiata, per chiederne il rispetto, non solo da parte delle istituzioni, ma anche di chi la vive ogni giorno”.