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Spiaggia invasa dai venditori abusivi. Il presidente Gebis Moretto: “Ieri era impossibile accedere alla rampa per i mezzi di soccorso in zona Diga”
Puntuale come l’arrivo del caldo, sono tornati sulla battigia di Sottomarina, soprattutto nella zona nord, i venditori abusivi di merci di ogni genere. Gli operatori balneari ribadiscono il problema aggiungendo una nota di rammarico per la decisione di tagliare il servizio degli steward che aiutava a combattere il fenomeno.
«Come ogni anno anche quest’anno la nostra spiaggia è invasa da venditori ambulanti abusivi», spiega il presidente di Gebis, Gianni Boscolo Moretto, «e non è solo il commercio abusivo a dare un immagine negativa della nostra spiaggia, ma anche i tanti abusivi che sostano e bivaccano nella battigia senza nessun controllo, un fenomeno che si manifesta soprattutto nella zona in prossimità della Diga. Sicuramente è stato un errore tagliare i fondi per il servizio degli steward nelle aree libere e nella battigia del litorale. Ritengo utile un incontro a breve con l’amministrazione comunale per confrontarci sulle varie soluzioni da adottare a contrastare questi fenomeni che denigrano l’immagine della località. L’ordine pubblico e la sicurezza sono temi prioritari sia per i nostri cittadini e le attività commerciali, così come per i tanti turisti che frequentano le nostre spiagge. Ieri a esempio era impossibile accedere alla rampa dedicata ai mezzi di soccorso in zona Diga».
«Serve un controllo più massiccio e puntuale del territorio», sostiene il presidente di Cisa camping, Leonardo Ranieri, «purtroppo in molte parti non è presidiato a dovere e soprattutto nel weekend non è in sicurezza. In un momento in cui la nostra città è visitata da migliaia di ospiti serve dare un segnale di attenzione anche a questo frangente».
Preoccupazione per il fenomeno anche nel mondo del commercio che subisce, oltre al danno d’immagine, anche gli effetti di una concorrenza sleale. «E’ una cosa a dir poco vergognosa», spiega il presidente di Ascom Confcommercio, Alessandro Da Re, «sono talmente tanti anni che se ne parla che ormai ci siamo anche stancati di segnalare il problema. Lo abbiamo denunciato noi e lo hanno denunciato anche altre sigle, con scarsi risultati però. Non dimentichiamoci anche dell’abusivismo dei finti agricoltori che vendono prodotti chiaramente importati (banane, ananas) come fossero loro, con una concorrenza scorretta nei confronti dei negozi di ortofrutta che pagano le tasse e sono soggetti a regole ben diverse».