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Baldin (M5S): «Poveri pur lavorando, al Veneto serve il salario minimo»
«Il report della Cgil di Treviso, dal quale risulta che un lavoratore su cinque è a rischio povertà, è la dimostrazione che serve approvare quanto prima la legge per il salario minimo. L’impatto dell’aumento del costo della vita, legato alla guerra, rischia di essere devastante anche per il nostro territorio». La consigliera regionale Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle) commenta così il confronto operato dalla Filcams Cgil di Treviso sulle buste paga del settore terziario e riportato ieri dalla Tribuna di Treviso, dal quale emerge che uno stipendio su cinque è inferiore ai mille euro netti al mese.
«Balza agli occhi anche un problema di parità di genere: condizioni pesantissime tra orari, lavoro notturno e straordinari non sempre pagati, rendono impossibile conciliare tempi di vita e lavoro. Viene da chiedersi, poi, se dietro a buste paga così “leggere” non si nasconda anche una quota di “nero”», aggiunge Baldin.
«L’assessora regionale al Lavoro dovrebbe occuparsi di queste urgenze – parliamo di venete e veneti a rischio povertà pur lavorando – invece che sparare a zero contro il Reddito di Cittadinanza o, da assessora alle Pari opportunità, fare l’apologia del catcalling in diretta tv», prosegue la consigliera regionale.
«La povertà in Veneto è cresciuta dal 6,8% all’8,2% in due anni, da veneta vorrei che l’assessora al Lavoro si occupasse di questo», conclude Baldin citando i dati Istat di giugno 2021 e annunciando un’interrogazione alla Giunta regionale sul tema.




