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Bella notizia: torna la rassegna CELiBRI – scrittori dal vivo alla Sabbadino
Le notizie che ci piacciono, torna a Chioggia la rassegna CELiBRI – scrittori dal vivo alla Sabbadino.
Giunta alla quinta edizione, cominciata a ottobre scorso e interrotta per le note vicende legalsanitarie, la consolidata manifestazione della Biblioteca Civica «Cristoforo Sabbadino» di Chioggia curata da Stefano Spagnolo – quest’anno prodotta da Cooperativa Socioculturale – riprende a proporre delle assolute primizie editoriali.
Dopo l’apertura a ottobre scorso con Giorgio Falco e Sabrina Ragucci, due sono gli appuntamenti a giugno con una narratrice raffinata e radicale e due gagliardi grafonovellisti: Federica Sgaggio il 18, Eliana Albertini e Miguel Vila il 24.
CALENDARIO
Venerdì 18 giugno, ore 18 :: Federica Sgaggio con L’eredità dei vivi (Marsilio)
Giovedì 24 giugno, ore 18 :: Eliana Albertini, Malibu (BeccoGiallo edizioni) Miguel Vila, Padovaland (Canicola edizioni)
PRENOTAZIONE GRATUITA
Gli incontri si tengono nel chiostro del Museo Civico di Chioggia in Campo Marconi; sono a ingresso gratuito ma su prenotazione (fbiblioteca@chioggia.org o 0415501110) e si svolgono nel rispetto dell’attuale normativa sull’emergenza sanitaria.
Federica Sgaggio vive tra Verona, dove è cresciuta e dove ha lavorato come giornalista, e Galway, in Irlanda, dove studia letteratura inglese. Ha pubblicato i romanzi Due colonne taglio basso (Sironi 2008) e L’avvocato G. (Intermezzi 2016), e il saggio Il paese dei buoni e dei cattivi. Perché il giornalismo, invece di informarci, ci dice da che parte stare (minimum fax 2011). Nel 2015 ha curato con Catherine Dunne la raccolta italo-irlandese Tra una vita e l’altra (Guanda; uscito con il titolo Lost Between: Writings on Displacement per New Island Books).
L’eredità dei vivi (Marsilio)
Alla fine degli anni Cinquanta, Rosa si trasferisce dal Sud al Nord d’Italia. È una donna intransigente, una combattente. Insegna a sua figlia – colei che ci racconta la storia – che il primo comandamento cui ogni donna deve obbedire è: «Non piangere.» Ed è anche la madre di Francesco, che a causa di un incidente occorso subito dopo il parto soffre di una forte disabilità. Così lei lotta per rendere migliore la vita del suo bambino, e la sua diventa presto una lotta per i diritti di tutti coloro che non possono combattere per se stessi. Nel romanzo, Rosa è una madre della quale la figlia racconta la vita; ma è anche, semplicemente, l’Italia: l’Italia ancora stordita dalla guerra degli anni Cinquanta, quella euforica dei Sessanta, quella turbinosa dei Settanta, quella privatizzata degli Ottanta, quella svuotata dei Novanta. Un’Italia, Rosa, messa alla prova: da un marito da cui sceglie di fuggire, dalla disabilità del figlio, dalla figlia con la quale il rapporto è tanto stretto quanto conflittuale, dai cambiamenti sociali e politici che le avvengono intorno. Ma anche la figlia, che ricorda e racconta, è l’Italia: l’Italia d’oggi, quella che non intende rinunciare alla propria storia, e che vuole inventarne una nuova. L’eredità dei vivi è la storia di una donna, di una famiglia, ed è un romanzo politico, se politica è la lotta da combattere per attraversare i cambiamenti, per godere dei propri diritti, per avere la vita che si desidera avere. E questo romanzo ci dice che anche i sentimenti, anche i corpi, soprattutto i corpi, sono intensamente politici.
Eliana Albertini è nata nel 1992 ad Adria, in provincia di Rovigo, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna ed è una delle fondatrici del collettivo Blanca. Nel 2017 è uscito il suo primo libro a fumetti Luigi Meneghello, apprendista italiano, e nel 2019 ha vinto il premio Nuove Strade al Festival Napoli Comicon.
Malibu (BeccoGiallo edizioni)
Il ragazzo che osserva i polli, le processioni sull’argine, gli incidenti, le discoteche squallide, i luna park, le scorribande estive in motorino: tante piccole storie e un solo grande Luogo — il Polesine, fra i rami del Delta del Po — che ha per protagonista l’umanità sfaccettata di una periferia di confine, un microcosmo di anime collegate alla civiltà attraverso la strada statale Romea. Sembrerebbe sempre l’unica via, quella più dritta e giusta, come quella spirituale: ma è proprio la spiritualità ciò che i personaggi delle storie non seguono mai. Perché il mondo ideale non è quasi mai quello reale.
Miguel Vila è nato nel 1993 a Padova dove vive. Ha frequentato il corso di Linguaggi del fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Padovaland è il suo primo libro.
Miguel Vila, Padovaland (Canicola edizioni)
La periferia di Padova ha una personalità crudele, nascosta dietro le facciate tranquille di palazzine moderne, villette a schiera color pastello e cortili popolati da statue e nani da giardino. Tra una festa di laurea e l’altra, Irene subisce il mobbing delle sue colleghe, Andrea è maltrattato dalla fidanzata, Catia riceve continue attenzioni indesiderate. Una galleria di piccole meschinità dove un gruppo di ventenni si trascina anestetizzato da spritz, social network e relazioni disastrose.