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Recovery: Alleanza Cooperative pesca, accelerare transizione ecologica e puntare su filiera
Accelerare sulla transizione ecologica e puntare sugli e accordi di filiera per rilanciare l’economia blu legata alla filiera ittica.
A chiederlo l’Alleanza delle Cooperative pesca nel corso dell’audizione in Commissione Agricoltura e Produzioni Agroalimentari del Senato sul piano nazionale di ripresa e resilienza. “Il Mediterraneo favorisce lo sviluppo di un fatturato annuo dei settori legati al mare di 386 miliardi, con 205 milioni di valore aggiunto lordo e circa 4,8 milioni di posti di lavoro. È importante, dunque, coltivare questo potenziale, creando un’occupazione sostenibile e che aiuti a mantenere e accrescere le risorse marine. Per far questo occorre credere e investire nel settore prevedendo interventi in tutte le aree di intervento del piano nazionale di ripresa e resilienza, perché l’economia del mare è strategica per il rilancio del Paese. E questo lo si dovrebbe evincere già dal nome del Ministero che ci rappresenta. Per questo chiediamo di trasformare, nell’ambito del decreto sul riordino delle competenze ministeriali, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nel Ministero dell’Agricoltura e della Pesca”, sottolinea l’Alleanza.
Sì, quindi, a motori a basso impatto ambientale e imbarcazioni più sicure, ma anche al rilancio del pescaturismo e dell’ittiturismo per sviluppare il turismo green. Fondamentale per la cooperazione una filiera produttiva avanzata e concorrenziale in grado di incentivare i consumi e valorizzare le produzioni nazionali. Sul piano commerciale per incentivare i consumi di prodotti ittici nazionali, per l’Alleanza è bene puntare su accordi di filiera, organizzazioni dei produttori e piani di comunicazione destinati ai consumatori ma anche attraverso la promozione di dinamiche nuove di distribuzione e commercializzazione ed il rafforzamento e la modernizzazione del sistema dei mercati ittici all’ingrosso. “Bene, quindi, una piattaforma avanzata capace di mettere in relazione produzione e domanda. Va rafforzato il dialogo mediterraneo nelle sedi multilaterali, sostenere e rilanciare i processi di internazionalizzazione delle imprese, sia per l’identificazione di nuovi mercati di sbocco per le esportazioni sia per il decollo di partnership con altri Stati membri e con i Paesi terzi del Mediterraneo, nella prospettiva di una gestione condivisa delle risorse, in modo tale che l’onere di preservare le risorse biologiche non ricada solo sulle spalle dei pescatori europei”, sottolinea l’Alleanza. Una filiera più strutturata, moderna ma anche sostenibile.
“Occorre promuovere, afferma l’Alleanza, la trasformazione dei propulsori utilizzati dalle imbarcazioni impiegate nel settore della pesca e dell’acquacoltura verso forme alternative all’insegna della riduzione delle emissioni, senza alterare i livelli di abilità di cattura o capacità di pesca”. Anche sul turismo, tra le priorità del piano, il settore può giocare un ruolo strategico visto che il 51% della capacità ricettiva degli alberghi in tutta Europa è concentrata nelle regioni costiere. Proposte di sviluppo del comparto che secondo l’Alleanza non possono prescindere d