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Due morti dopo il vaccino AstraZeneca, in Veneto bloccate le dosi provenienti dallo stesso lotto

La Procura di Siracusa ha deciso di aprire un’inchiesta sulla tragica scomparsa di Stefano Paternò, 43enne sottoufficiale della Marina militare ad Augusta, deceduto poche ore dopo l’inoculazione del vaccino AstraZeneca. Servirà per capire le cause del decesso e se ci possano essere, in qualche modo, eventuali connessioni con la vaccinazione avvenuta poche ore prima.
Dubbi anche sul decesso avvenuto qualche giorno fa di Davide Villa, 50 anni, deceduto 12 giorni dopo la prima dose di vaccino AstraZeneca.
Le loro dosi erano provenienti dallo stesso lotto (ABV2856), il cui utilizzo in Italia è stato vietato dall’Aifa.
Parte di quel lotto è arrivato anche in Veneto ed è stato già bloccato, come comunicato dal governatore Luca Zaia.: “Opportuno precisare che è attivo un monitoraggio costante delle reazioni avverse che, finora, non ha fatto registrare episodi di rilievo, ma solo eventi lievi che si possono comunemente verificare dopo l’erogazione di un vaccino. Sono in corso da parte delle strutture tecniche regionali preposte tutte le verifiche farmacologiche del caso, i cui esiti è stato chiesto siano disponibili al più presto possibile. Il comunicato di Aifa precisa che: “non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e gli eventi segnalati”.
Sul fatto è intervenuto anche Mauro Armelao sindacalista FSP POLIZIA del Veneto, che opera a Chioggia: “Premesso che io personalmente non sono contro i vaccini, dico solo che sarebbe stato più opportuno che ognuno di noi avesse potuto scegliere liberamente il vaccino da farsi inoculare, come liberamente ha scelto di vaccinarsi.
Ricordiamo che in queste ore la Danimarca ha interrotto la somministrazione dei vaccini AstraZeneca per possibili effetti collaterali, a seguito della formazione di coaguli di sangue in alcuni pazienti: uno dei quali è deceduto. La sospensione durerà 14 giorni, in via precauzionale. Sulla questione Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con Ursula Von der Leyen, da cui è emerso che “non c’è alcuna evidenza di un nesso”.