- La città piange Giuliano Godino. Negli anni novanta fu onorevole con Forza Italia
- Vertiporto, il Sindaco Armelao risponde alle polemiche: “Il progetto ci proietta direttamente nel futuro prossimo. Le altre infrastrutture non verranno lasciate indietro”
- Oggi Il Giorno della Memoria, commovente cerimonia anche a Chioggia
- Vertiporto a Chioggia, sarà possibile raggiungere Venezia in 15 minuti
- Sicurezza informatica, un incontro del Rotary per spiegare i rischi che si corrono online
- Artigiani e Cuore Amico presentano la “Giornata del Cuore”, per gli associati screening gratuito
- I Fasolari alla 19° Fiera Marca di Bologna
- Ripavimentazione Corso del Popolo zona Santa Maria, ecco le modifiche alla viabilità
- Nuove Bricole per la Madonna Stella Maris
- Da New York a Chioggia, il pianista Danny Grisset Domenica in auditorium
Video: filmata una tartaruga marina vicino alla spiaggia

Un bellissimo video girato da un bagnino chioggiotto mostra una tartaruga marina a 150 metri della spiaggia, vicino alla diga nord. Dopo i delfini immortalati ieri da alcuni diportisti, un altro incontro speciale in questo periodo di ferragosto.
Il Mare Adriatico ospita almeno tre specie di tartarughe marine: la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). In particolare l’Alto Adriatico rappresenta una delle principali aree di alimentazione e accrescimento per i giovani di Caretta caretta di tutto il Mediterraneo. Per questa ragione i giovani ma anche tanti adulti, che in inverno risiedono nel Mediterraneo centro-orientale, a primavera migrano verso il Golfo di Venezia dove passano il tempo a nutrirsi sui bassi fondali, soprattutto di molluschi e crostacei.
Le tartarughe marine sono però estremamente vulnerabili all’impatto delle attività umane, motivo per cui sono in forte declino e dunque protette da leggi nazionali e internazionali. Nel nostro mare sono particolarmente negative le interazioni con la pesca professionale e con il turismo nautico, che provocano spesso la morte degli individui per annegamento, in reti a strascico e da posta, o per lesioni provocate dall’impatto con le chiglie e le eliche delle imbarcazioni da diporto.