Mattia Gianni, organizzatore di eventi, scrive al vescovo: “Riconsideri le sue parole che screditano un’intera categoria”

Scritto da il 18 agosto 2020 alle 13:08
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L’organizzatore di eventi chioggiotto Mattia Gianni, scrive una lettera aperta al vescovo di Chioggia invitandolo a riconsiderare le sue parole verso il mondo delle discoteche e i suoi operatori.

Scrive Mattia Gianni: “Ieri sulla sua pagina Facebook Monsignor Tessarollo, vescovo della mia città, ha definito il mondo dell’intrattenimento notturno “industria di sballo, fonte di ubriacature, risse, stupri” e per questo non meritevole, a suo dire, di eventuali aiuti governativi che dovessero arrivare dopo l’imposizione della chiusura delle discoteche di questi giorni.

Fa male leggere un vescovo che non solo esprime una condanna morale verso una categoria di lavoratori, ma invita il governo a ridurli alla fame. Un giudizio negativo generalizzato su una categoria intera, senza nessun tipo di valutazione e distinguo. Come condannare la chiesa in toto perchè ci sono stati dei casi di pedofilia.

Nessuno nasconde che ci siano operatori che si sono macchiati di comportamenti sbagliati, ma la maggior parte degli operatori hanno come primo obbiettivo quello di far vivere qualche ora di spensieratezza ai propri clienti. Gente di tutte le età, non ci sono solo i giovani nei locali, ma anche persone che hanno superato i trenta, quaranta ed anche cinquant’anni. Non ci sono solo quelli che cercano lo sballo ma anche quelli che cercano momenti di socialità e spensieratezza.
Non solo, il nostro lavoro crea guadagno per molte diverse categorie di persone: baristi, cassieri, addetti alla sicurezza, addetti alle pulizie, guardarobieri, infermieri, parcheggiatori. Studenti, padri e madri di famiglia, che ora si ritrovano senza un lavoro stabile.

Il Vescovo di una città dovrebbe essere una guida ed una figura di aiuto per le persone, un pastore da seguire, che sa comprendere le situazioni. Di tutto ciò, purtroppo, non c’è traccia nelle sue parole che hanno gettato fango su un’intera categoria di lavoratori che ora per altro si trovano disoccupati. La prego di riconsiderare ciò che ha scritto ed articolare meglio un pensiero che mi auguro in fondo al cuore, non sia quello che ha espresso, forse frettolosamente, nel suo post di ieri.

Autore: Admin

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2 Commenti

  1. Giovanni

    18 agosto 2020 at 17:58

    Bravo Mattia ! Inqualificabili le parole di una persona che dovrebbe amare il prossimo senza distinzioni

  2. Adriano Tessarollo

    19 agosto 2020 at 05:34

    Caro sig. Gianni Mattia, non ho ribattuto agli insulti in risposta al mio breve spot su un tema trasversale sul quale ho posto l’attenzione in questi giorni. Alla sua richiesta pacata sento il dovere di rispondere. Riconosco che mi sono espresso male in modo da sembrare di prendere di mira la sola vostra categoria. Nei giorni scorsi più volte posto la mia attenzione sugli interventi che parlavano di ‘distribuzione’ di denaro, a pioggia, a mio avviso, in tante direzioni e senza limiti, o con limiti di reddito abbastanza alti, per andare incontro a tutte le categorie (politici, amministratori, professionisti di vario genere ….). Parallelamente veniva comunicato che il debito pubblico dell’Italia era salito a 2500 miliardi. A questo punto è comparsa la notizia della disposizione di chiusura delle ‘discoteche’ e altro , fino ai primi di settembre,’ per precauzione diffusione pandemia, con le molte prese di posizioni di parere contrario, compresa la richiesta di risarcimento per la perdita dei relativi incassi derivanti da tale chiusura. Ho reagito scrivendo: “ma quale lavoro?’ intendendo che si tratta di sospendere un divertimento offerto che non sarà la fine del mondo se manca per circa un mese. Di fila quindi ho pensato: anche per questo ora viene richiesto un risarcimento pubblico per i mancati guadagni… . In fin dei conti si tratta di un passatempo, ripeto, che personalmente non ritengo necessario e di cui si può anche, in queste condizioni, fare senza”. E ho pure aggiunto che, oltre al pericolo segnalato per la pandemia in questi ‘sballi notturni’ si corrono anche altri rischi come quelli citati…. . Quindi certamente non ho inteso ‘demonizzare’ le discoteche come cause di tutto ciò, ma sottolineare che questa attività notturna e prolungata fino a notte quasi finita, sia occasione, come sovente capita, di quanto messo nel post. E non credo di essere l’unico a pensarlo. Su questi molteplici dati reali volevo attirare l’attenzione. Riconosco che il post sbrigativo si è prestato a riferirsi alle sole discoteche. Poi visti commenti di tutte le sorta, non centrati sul tema,… ho ritirato il post senza più rispondete. In conclusione quindi non ritengo che le discoteche siano organizzatrici di malavita o altro, anche se gli orari prolungati e notturni dell’attività ludica possono prestarsi ai pericoli di cui ho parlato. Personalmente poi non sono favorevole ai risarcimenti generali pubblici per tante attività che in questi tempi hanno subito perdite o minori guadagni, se non dopo singola valutazione di necessità. Del resto tempo fa ho indicato la stessa cosa anche ai preti che segnalavano la mancanza o quasi di offerte in questo periodo, con la necessità di pagare le bollette e le assicurazioni che non cessano di pervenire. Ho detto di fare anche noi come fanno gli altri, stringendo i denti, e se qualcosa viene usiamolo per le richieste di aiuto che si fanno più urgenti nei mesi a venire. Mi scuso dell’equivoco nell’esprimere un pensiero che può anche non essere condiviso. Vedrei più volentieri investire i soldi pubblici in ciò che produce risorse per il necessario alla vita e per la formazione ed educazione dei giovani alla vita e al lavoro anche qui in Italia, senza costringere i nostri giovani a cercare altrove. Cordialmente vescovo Adriano

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