- Chioggia piange Giusto Benetazzo, noto per la storica macelleria in Tombola
- Protezione Civile, un nuovo corso per entrare nel gruppo comunale
- Gebis, Gianni Moretto: Mobilità dolce e strade meno trafficate per potenziare il turismo a Chioggia
- Novità a Chioggia, dal 22 gennaio una rassegna di cinema d’autore
- Via della Fossetta: tentano di occupare un alloggio pubblico, intervento delle forze dell’ordine e dei servizi sociali
- Barista picchiato, si è costituito anche il secondo responsabile. È un moldavo residente a Chioggia
- Kart: Daniele Paganin premiato a Roma per la stagione 2024
- Confesercenti presenta a Chioggia il nuovo Bando della Regione Veneto: 2 milioni di euro per le imprese del turismo, commercio e servizi
- Eccellenze italiane nei nuovi panini McDonald’s, c’è anche il Radicchio di Chioggia IGP
- Forte vento fino a martedì, fase operativa di attenzione per la Protezione Civile
Veneto, decessi a Marzo: +24,3% rispetto alla media degli ultimi 5 anni
Nel mese di marzo c’è stato un incremento in Veneto del 24,3% dei morti, rispetto alla media del mese di marzo dei cinque anni precedenti. Il rapporto è stato prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). In totale, quest’anno, dal 20 febbraio al 31 marzo, ci sono stati 6.097 decessi in regione, contro i 5.098 nella media dei cinque anni precedenti. Di questi oltre seimila decessi, 511 sono quelli ufficialmente registrati come causati dal Covid-19 (solo l’8,4% del totale).
Questa differenza tra il dato dei casi ufficiali di morti per Covid-19 e il numero totale dei decessi in più, è spiegabile secondo gli autori dell’indagine per tre motivi diversi: è possibile ci sia una ulteriore mortalità associata a Covid-19 (decessi in cui non è stato eseguito il tampone), una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate, come accade per analogia con l’aumento della mortalità da cause cardiorespiratorie in corso di influenza) e, infine, una quota di mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette.
A livello medio nazionale c’è stata invece “una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause”. Sempre nel periodo 20 febbraio-31 marzo, i morti in Italia passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020.
Dei 25.354 morti in più, 13.710, ossia il 54%, è costituito dai “morti diagnosticati Covid-19”, con “mortalità ‘diretta’ attribuibile a Covid-19”, mentre degli altri 11.644 i tamponi potranno confermare (come già spiegato sul dato del Veneto) se il coronavirus è stato causa del decesso, una concausa o una causa indiretta dovuta alla “crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette”.
Le province più colpite a livello nazionale dall’epidemia hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali dei decessi nel periodo considerato a tre cifre: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%)”.