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Gasiere nel porto di Chioggia, uno studio dice “rischio sociale inaccettabile”
La ditta pisana incaricata dal Comune di Chioggia ha consegnato all’Ente il rapporto finale “Studio di rischio d’area nel bacino lagunare e nel territorio di Chioggia”.
Ecco la nota emessa dall’amministrazione
«Lo studio ha utilizzato gli strumenti tipici dell’analisi di rischio d’area, che ricompongono i vari scenari incidentali identificati e valutati nelle analisi delle singole sorgenti di rischio, in modo da esprimere quantitativamente il “rischio complessivo” in termini di “Rischio Locale” e di “Rischio Sociale” sul territorio e la popolazione.
Lo stesso approccio è stato adottato nell’elaborazione di alcuni Rapporti Integrati di Sicurezza Portuale (RISP) redatti quando vigeva il D.M. 293/2001 abrogato dalla legge “Seveso 3” che non prevede appunto la redazione del RISP.
Questa analisi dei rischi che ha commissionato l’amministrazione comunale vuole essere uno strumento utile nella valutazione del piano di emergenza che dovrà predisporre la Prefettura e potrà essere utile alla Capitaneria di Porto, che ha la competenza per la sicurezza della navigazione. Inoltre sarà uno studio alternativo a quello già presentato dalla ditta a tutti gli enti coinvolti per la costruzione del deposito di GPL da 9000 m³ in Val da Rio.
Lo studio si basa su modelli matematici e curve, che rappresentano l’accettabilità del rischio connesso a eventi incidentali che potrebbe causare l’impianto di GPL e i flussi di materia pericolosa per alimentarlo. Dall’analisi è emerso – sottolinea il vicesindaco Veronese – che il “rischio sociale” dovuto alla numerosa presenza di abitanti nell’area di transito delle navi gasiere è considerato inaccettabile: i trasporti costituiscono la sorgente di rischio che ha maggiore incidenza. Per quanto riguarda il “rischio locale” e individuale, lo studio ha evidenziato criticità per quanto riguarda la possibilità di incaglio dovuta alla profondità contenuta e non uniforme dei fondali e dalla difficoltà di manovra delle navi gasiere, dovuta alle dimensioni del canale Lombardo Esterno. Si ricordano casi recenti di incaglio di navi di grandi dimensioni nell’area portuale di Chioggia, come nel luglio 2019 per una nave mercantile, le cui operazioni di recupero non sono state semplici e si sono protratte per più giorni».
Il documento sarà inserito nel piano comunale di Protezione Civile e trasmesso al Comitato Tecnico Regionale (CTR), alla Prefettura di Venezia, all’Autorità di Sistema Portuale e alla Capitaneria di Porto per quanto di competenza.