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Barbara Penzo PD: non è tempo di propaganda politica, serve una sinergia tra pubblico e privato

Barbara Penzo, consigliera comunale del PD, lancia una proposta di impegno collettivo per affrontare questa emergenza (coronavirus) senza precedenti. “Non è oggi il tempo delle trovate propagandistiche, non è oggi il tempo del mettere a nudo gli elementi di debolezza di una politica cittadina. Il bilancio lo faremo dopo. L’obiettivo per tutti è risolvere i problemi e non certo crearne di ulteriori.
Nei prossimi giorni – continua la Penzo – serve un impegno collettivo affinché l’emergenza sanitaria non si trasformi in un’emergenza sociale. Per questo ritengo che questa tragica situazione possa e debba diventare una occasione per costruire a Chioggia un modello nuovo di welfare cittadino più inclusivo e maggiormente partecipato, una spinta quindi per avviare un processo di cambiamento e di riforma strutturale in tema di politiche sociali cittadine.
Aggiunge ancora Barbara Penzo: “Urge quindi il fare rete per avviare una strategia di lavoro comune tra organizzazioni diverse, tra pubblico e privato, tra forze sociali ed economiche, che costruisca una visione d’insieme dei bisogni collettivi cittadini per poter raggiungere obiettivi che singolarmente non saremmo in grado di raggiungere. Una rete sociale efficiente che sappia dialogare in modo costante e coordinato attraverso progettualità condivise. Su questa logica nasce anche la disponibilità economica del governo per le famiglie in difficoltà dall’emergenza sanitaria e le indicazione di ANCI. In alcuni comuni, come Mira e Padova, si è condivisa con Terzo settore, Ascom, Confesercenti, Diocesi, Protezione civile, Croce Rossa e altre agenzie/associazioni del volontariato sociale una modalità che evita lungaggini burocratiche e che coinvolge tutti nel rispetto dei ruoli e delle competenze.
Un immediato numero di telefono e una mail messo a disposizione da parte dell’Ente Locale che raccoglie le domande facendo da catalizzatore e da filtro secondo criteri di priorità individuati in modo chiaro (ad es. persone che hanno perso il lavoro a causa del coronavirus, con figli minori a carico e che non beneficiano di altri contributi e misure economiche e che dimostrino una difficoltà economica importante). Non è quindi rivolto a chi vive già sotto la soglia della povertà in quanto già seguito dai servizi sociali che devono continuare a svolgere l’azione di supporto ed inclusione sociale per la fuoriuscita dalla marginalità. Buoni emessi dal comune a fronte di una autodichiarazione del cittadino richiedente relativa ad una situazione emergenziale dovuta al covid-19 richiamando così anche all’assunzione di responsabilità del cittadino e prevedendo eventuali controlli successivi. Indubbiamente si rischia qualche furbetto, ma tutti avranno da mangiare.
I buoni possono essere una tantum, quindicinali o settimanali sino alla data del 22 aprile come previsto e quantificati nel valore in base al componenti del nucleo familiare. Possono, saggiamente, prevedere un coinvolgimento dei commercianti del territorio e avvallarsi della collaborazione di una massiccia forza delle associazioni di volontariato per la distribuzione a domicilio.
Ballarin roberto
2 aprile 2020 at 16:20
Non o piu soldi
Ballarin roberto
2 aprile 2020 at 16:23
Sono a casa dal lavoro da 20 giorni o bisogno di aiuto
Ballarin roberto
2 aprile 2020 at 16:25
Sono a casa dal lavoro da 20 giorni o bisogno di aiuto
Ballarin roberto
2 aprile 2020 at 16:26
Non o piu soldi