- A Chioggia per la prima volta la storia del “Bòcolo”. Due rappresentazioni nel pomeriggio
- Anniversario della Liberazione, la manifestazione quest’anno si svolge a Sant’Anna
- Giovedì 25 aprile, confermato il mercato maggiore
- Campagna di prevenzione della Lilt: il 26 maggio lo screening per il controllo dei nei
- Chioggia, dal 2024-2025 un Corso di Laurea Infermieristica
- Ginnastica Artistica, a Camponogara molte medaglie per le allieve di Asd Ballet Studio
- Notte del Classico, a Chioggia una performance degna di un Liceo di alto livello
- Marea prevista a 112 cm. Non sarà attivato il Mose, ma solo il Baby Mose
- Lavora a Chioggia con Bistrot Fiore
- Chioggia, tifoseria in festa: parata per festeggiare la serie C
Sono Valeria, vivo a respiri tra Chioggia e Padova, dove studio lettere moderne.
Sono nata quasi vent’anni fa, nel lontano 21 agosto 1995.
Mi piace guardare la vita da un quadro di Friedrich, Monet, Van Gogh, Picasso, Gauguin, Magritte, Pollock: dipende dalle situazioni dell’umore e del di fuori.
M’affascina l’arte in quasi tutte le sue forme: la letteratura (narrativa, poesia…) è il mio carburante, così come la pittura, la scultura, la musica, la fotografia e il cinema.
Sono molto legata alla scrittura creativa, che pratico quotidianamente (ispirazione permettendo), e alle parole che un libro ci regala, perché credo l’arte essere luogo d’incontro tra un io che non ha voce ed uno che invece ha imparato ad alzarla giocando con le parole, facendo dello scrivere necessità e modalità di comprendere e realizzare se stessi: Svevo lo sentiva, lo sapeva e lo faceva. Si tratta di capire come salvare il pesce grosso, direbbe Hemingway.
Al futuro, dicono, non si debba pensar troppo: io per sicurezza ho conservato un sogno nel cassetto. Uno di quelli che ha a che fare con lo scrivere, i fatti e i non-fatti, le scadenze: fare ed essere una giornalista, con firma e cartellino s’intende!
Su ChioggiaTV curerò la rubrica Il perché delle cose. Quel che vediamo non sempre è ciò che noi crediamo essere, perché spesso è come ce l’hanno fatto credere. A volte, invece, a ciò che vediamo diamo spiegazioni superficiali a noi più congeniali, ma sono frutto dell’abitudine. Per questa malcapitata routine, infatti, battiamo la testa sulle spalle e ci nascondiamo dal cielo, perché scoprire richiede tempo. Quando si rompe questo meccanismo incestuoso ritorniamo a vivere, quando torniamo a chiederci il perché delle cose ritorniamo a parlare a noi e alla nostra storia. L’intento mio e di questa mia rubrica è quello di raccontare con umiltà le cose che la gente vede solo con gli occhi e ripristinare quel rapporto diretto con la tradizione che vive in ogni piazza e in ogni angolo del territorio. Non alchimia, ma curiosità!