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Francesco Maino presenta “Cartongesso”. Venerdì 11 luglio nella Biblioteca Civica

«La vita in veneto è in offerta speciale, non verità millenaria sotto il sole, nel caìgo, in barchin, la vita è offerta lancio come la morte, vivi e morti non si distinguono perché non hanno più faccia, vivi e morti si includono nella lista delle cose che si devono consumare. Vivi e morti si producono.»
Anche in estate continuano gli appuntamenti letterari di CELiBRI – scrittori dal vivo alla Sabbadino. Venerdì 11 luglio, ore 21, nel chiostro della Biblioteca Civica Cristoforo Sabbadino a Chioggia, Francesco Maino presenta Cartongesso, edito da Einaudi.
A presentare la serata Stefano Spagnolo: “Un esordio come quello di Francesco Maino capita una volta ogni dieci anni; occorre tornare indietro ai primi libri del mio amico Vitaliano Trevisan, a Un mondo meraviglioso in particolare, per ritrovare una carica stilistico-espressiva analoga. Qui più che Bernhard, però, che fornisce la griglia e la struttura, c’è una lingua zanzottiana e céliniana”.
Michele Tessari è un avvocato che avvocato non vuole essere, ex necroforo, affetto da un disturbo bipolare, intrappolato nella vita come una cavia isterica ma consenziente, persino complice. Un «complice debole» del mondo in cui è immerso. Il disfacimento della sua terra si rispecchia in quello della sua esistenza, inquinata da un odio «che cammina come l’infezione, dalle caviglie alla bocca», dove si trasforma in grido. E quel grido investe la classe politica, le carceri, la giustizia, il sistema universitario, giú giú fino ai singoli individui, fino al narratore stesso, imbibito degli stessi mali contro cui si scaglia. È un grido modulato da una scrittura apocalittica, con una portentosa violenza evocativa. Non c’è consolazione in queste pagine, nessuna catarsi: solo letteratura. E, in letteratura, «coraggio» è soprattutto raccontare la verità. «Questo è il paese delle cose che stanno morendo. No. Questo è il paese dei corpi. Un paese pieno di corpi. Corpi che si svegliano morti, escono morti di casa, tornano morti; corpi che parcheggiano, scendono, sputano, corpi che si salutano, sbadigliano, bestemmiano sempre, fatturano. Corpi camminanti».