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Pulizia scuole: l’assessore al lavoro D’Anna scrive a Renzi

L’assessore provinciale al Lavoro e alla Formazione professionale Paolino D’Anna ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi e per conoscenza al ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dello Sviluppo economico Federica Guidi richiamando il problema dell’emergenza occupazionale e delle condizioni di pulizia delle scuole veneziane.
La lettera è stata presentata anche all’ultima seduta del Consiglio provinciale. Il problema a cui accenna nella lettera l’assessore D’Anna coinvolge una settantina di istituti comprensivi del Veneziano (tra cui Chioggia) a seguito del taglio del budget stabilito, e destinato dal Ministero dell’Istruzione per la pulizia degli edifici scolastici da parte di addetti esterni
Nel testo si legge: «Le scrivo nella mia doppia veste di assessore provinciale al Lavoro della Provincia di Venezia, e come papà di un bambino che frequenta una delle scuole elementare statali della provincia di Venezia. Ho promosso riunioni presso i miei uffici – scrive D’Anna – e partecipato agli incontri organizzati dall’Ispettorato del Lavoro e alle riunioni della task force, costituita dalla Prefettura di Venezia, per gestire sia l’emergenza occupazionale, sia quella legata alle condizioni di pulizia delle scuole veneziane. Le confesso tuttavia che sono molto preoccupato per il gran numero di lavoratori che potrebbero perdere il proprio lavoro, in un territorio già profondamente segnato dalla crisi, ma anche che per le condizioni igieniche che i nostri bambini debbono quotidianamente sopportare per un bando iniquo e un disciplinare di gare impreciso e incompleto. Oggi le soluzioni prospettate nel territorio della provincia di Venezia vanno avanti a singhiozzo, creando delle disparità tra scuole e scuole, secondo valutazioni emergenziali, che spesso sono prese perché i genitori dell’una protestano più dei genitori dell’altra. Ma non è così che si dà l’esempio ai nostri scolari e giovani allievi, che percepiscono la lontananza dalle istituzioni e si formano delle opinioni che noi, operatori della politica e rappresentanti degli enti locali, non possiamo permetterci di avallare».