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Fondi neri e tangenti, attesi nuovi sviluppi sull’inchiesta che ha travolto il Cvn

Nuovi sviluppi in vista sull’inchiesta che ha travolto il Consorzio Venezia Nuova. Tremano i politici locali, beneficiari di ingenti mazzette da parte delle ditte impegnate nei lavori del Mose, come la Mantovani e la San Martino. I fondi neri milionari servivano, secondo la Guardia di Finanza, a finanziare la politica. In altri termini, operazioni come quelle della “cartiera” di San Marino, servivano ad alimentare fondi, da usare successivamente per pagare le tangenti.
Sono tanti gli esempi, come riporta il Gazzettino di oggi: le fatture false hanno condotto gli inquirenti a “cartiere” di San Marino e a conti correnti in Svizzera, ma anche in Canada e perfino in Thailandia; nell’altro i presunti collegamenti illeciti scoperti dai finanzieri sono con società e banche con sede in Croazia, Austria e Lussemburgo.
La Guardia di Finanza, nella relazione conclusiva all’inchiesta sul presunto appalto pilotato per lavori portuali a Venezia scrive «In diversi casi la provvista creata in capo alle società utilizzatrici viene utilizzata per corrispondere tangenti ai pubblici ufficiali referenti del Consorzio Venezia Nuova, nonché per elargire finanziamenti illeciti ad esponenti politici locali».
Adesso Baita potrebbe essere riascoltato, assieme a Mazzacurati.