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Domenica 16 giugno il ritorno dei Domenicani a Chioggia dopo circa 200 anni

Domenica 16 giugno – ore 9.00 – presso il Santuario del SS. Crocifisso di S. Domenico solenne Concelebrazione del ritorno dell’Ordine Domenicano a Chioggia dopo circa 200 anni.
I Padri Domenicani, ereditato il tempio ed il convento dai Benedettini a fine Duecento, lo ressero fino allo scioglimento dell’ordine ad opera di Napoleone Bonaparte agli inizi dell’Ottocento.
Il “ritorno” è stato organizzato grazie all’impegno del giovane Stefano Angarano-studioso dell’arte ed attore presso il Piccolo Teatro di Chioggia e figurante, attore ed autore del Palio de la Marciliana- con il beneplacito del Vescovo Adriano, del Vicario Generale Mons. F. Zenna e del parroco dell’Unità Pastorale di competenza Mons. V. Tosello.
All’inizio della solenne Concelebrazione, presieduta da Fra’ Massimo Mancini di Venezia, docente di storia della Chiesa, sarà cantato l’ “Ave Re”, inno al Cristo di S.Domenico, composto dal musicista oratoriano clodiense Mons. V. Bellemo
Sempre domenica 16 giugno- nell’ambito del Palio della Marciliana- alle ore 21.30 in Piazza Vigo – corteo da S.Niccolò– ci sarà il Processo e Monito per Strigarie e Malie in Clugia, tratto dagli studi di S.E.R. Mons. D. De Antoni, Arcivescovo emerito della diocesi di Gorizia – Nova Goriča
Dopo qualche anno di assenza dal programma, la Contrada di S. Andrea replica con una nuova più coreografica e solenne messinscena un esempio di procedura inquisitoria contro maliarde e pretesi guaritori, tratta dalle carte vescovili degli archivi diocesani. Gli inquisiti vengono interrogati da un austero frate domenicano, esorcista del vescovo Niccolò Foscarini (nei documenti originali il vescovo sarebbe Negri). Le pratiche stregonesche e gli scongiuri, definiti in gergo “segni”, alcuni a carattere curativo, altri erotico-amoroso, consistono in caricature di rituali o esorcismi religiosi, un misto di preghiere tradizionali storpiate e volgarizzate e motti popolari. In genere un episodio evangelico viene adattato alla realtà contemporanea e trasfuso in formule e riti magici. Questi ultimi, se svolti con intento terapeutico, accompagnati dall’uso di intrugli d’erbe, sono guardati con maggior indulgenza, se finalizzati a conservare la passione dell’amato/a o a lanciare il malocchio, sfruttando necessariamente la credulità ed ignoranza popolare, sono condannati e puniti severamente, anche con il rogo.